L’insufficienza venosa è un problema femminile? Non solo, ma le donne sono più predisposte ai disturbi circolatori a carico delle gambe. Scopriamo perché.

C’è un importante fattore predisponente all’insufficienza venosa: il sesso femminile. Sono le donne, infatti, che si trovano più comunemente a combattere con sintomi quali gonfiore alle gambe, cellulite, formazione di vene varicose e fragilità capillare, pesantezza, formicolio e persino crampi.

 

Piedi e caviglie come salsicciotti, pelle a chiazze, sensazione di intorpidimento e naturalmente il nemico giurato delle gambe femminili, cioè la buccia d’arancia, sono problemi diffusi, eppure non sempre chi ne soffre va ad indagarne la reale causa e i possibili trattamenti. Il più delle volte ci si limita a “tamponare” i sintomi con soluzioni di vario tipo – farmacologiche e non, come i trattamenti anti-cellulite o i massaggi drenanti per contrastare il gonfiore o l’uso di collant elasticizzati  – senza, però, cercare di andare oltre.

 

In realtà, l’insufficienza venosa è un disturbo circolatorio che non deve essere trascurato, perché alla lunga i vasi sempre più fragili possono ingrossarsi dando origine alla formazione di varici vere e proprie e soprattutto il rischio che si corre è quello di possibili danni seri, quali flebiti e trombosi venose profonde.

 

Quando vene e capillari degli arti inferiori sono poco elastici e riducono la capacità di pompare il sangue di ritorno verso il cuore, la conseguenza è che il sangue tende a ristagnare nei vasi, che si dilatano, con rallentamento della circolazione e tanti fastidi ad esso associati. Sintomi come gonfiore, pesantezza, durezza e sensazione di stanchezza, infatti, sono proprio la spia che qualcosa, nelle gambe, non funziona al meglio.

 

Circolazione sanguigna rallentata: perché proprio le donne?

Le donne sembrano essere più facilmente vittime di questo specifico disturbo che, seppur generalmente non grave, diventa comunque invalidante. Alcune ragioni hanno carattere puramente organico, altre sono di origine esterna:

  • Gli ormoni. Gli squilibri ormonali, o meglio, le fluttuazioni di estrogeni e progesterone influiscono sulla ritenzione dei liquidi e sulla circolazione periferica, rallentandola (ad esempio prima o durante le mestruazioni, o in menopausa). Inoltre anche l’assunzione di contraccettivi ormonali influisce sulla circolazione periferica e sul tono dei vasi facilitando, in soggetti predisposti, anche la formazione di coaguli (o trombi) e l’ingrossamento dei vasi
  • Distribuzione del grasso corporeo. Le donne hanno, per costituzione anatomica, una percentuale di grasso superiore rispetto agli uomini, distribuito nella zona inferiore del corpo. Questa è una delle ragioni che porta ad un rallentamento della circolazione e alla sensazione di freddo che ne consegue
  • Stile di vita. Le donne tendono ad essere più sedentarie degli uomini, e la mancanza di moto regolare è uno dei fattori che maggiormente influisce sulla possibilità di insorgenza dell’insufficienza venosa. Inoltre cattive abitudini come il fumo o l’abuso di alcolici producono danno maggiori sul corpo femminile, andando a compromettere anche la funzionalità dei vasi e quindi la circolazione periferica. L’uso di calzature inadatte (ballerine o al contrario tacchi altissimi), e di indumenti stretch, poi, costituisce a sua volta un fattore di rischio da non trascurare, perché in questo modo si ostacola il lavoro delle vene e di capillari di pompaggio del sangue verso il cuore, un compito per nulla semplice perché deve andare a contrastare gli effetti della forza di gravità
  • Pelle più sottile. Le donne hanno una cute più delicata di quella maschile, e quindi i piccoli vasi sottostanti sono meno protetti, motivo per cui risulta più facile che si rompano a causa di traumi anche di moderata entità. Un esempio? La ceretta a caldo per la depilazione, ma anche sport che mettano gambe e piedi sotto stress

 

Per tutte queste ragioni, unite a quelle trasversali come la familiarità e il fatto di svolgere lavori che comportino il dover stare sempre nella stessa posizione, soprattutto in piedi o sedute (ad esempio alla scrivania), possono favorire l’indebolimento delle pareti venose e la comparsa di varici.

 

Cosa fare in caso di cattiva circolazione

Oltre a sottoporsi ad una accurata visita angiologica e agli esami di screening necessari, come l’ecocolordoppler, un’ecografia molto accurata che riesce ad individuare esattamente i vasi “malati”, bisogna attuare una serie di strategie comportamentali utili a ridurre o prevenire il problema. Ecco qualche suggerimento:

  • Ridurre i tempi di immobilità degli arti inferiori e cambiare posizione per sgranchirli. Utile anche, ogni tanto, sdraiarsi con i piedi in alto per aiutare il deflusso del sangue verso il cuore
  • Indossare scarpe comode, con un piccolo rialzo sul tallone che faciliti la pompa plantare, ma mai tacchi troppo alti per troppo tempo
  • Indossare abiti comodi che non stringano le gambe
  • Bere molta acqua per aiutare i reni a ripulire il sangue e renderlo più fluido e contrastare ritenzione idrica e cellulite
  • Evitare cerette e depilazioni traumatiche
  • Evitare saune e bagni turchi che a causa del calore dilatino ulteriormente le pareti venose
  • Fare più moto “sano” che migliori la circolazione, come nuoto e camminate a passo veloce
  • Mangiare frutta e verdura di colore rosso-viola o giallo-arancio (come agrumi, mirtilli, uva e carote), perché sono ricchi di bioflavonoidi e betacarotene, pigmenti antiossidanti amici della circolazione
  • Curare molto l’idratazione della pelle per evitare che l’impoverimento del film lipidico dell’epidermide la renda ancora più sottile e favorisca i traumatismi
  • Indossare calze elastiche a compressione graduata che migliorano il turgore di vene e capillari e aiutano a prevenirne l’ingrossamento
  • Assumere integratori a base di bioflavonoidi e vitamina C per migliorare la salute dei vasi e stimolare la circolazione
  • Evitare di esporre le gambe al sole nelle ore più calde, ma anche l’uso di lettini e docce solari

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